Supplément au dossier « Aspects sémiotiques du changement »

Su due modi di cambiare*

Franciscu Sedda
Università di Cagliari

 

Publié en ligne le 31 août 2025
https://doi.org/10.23925/2763-700X.2025n9.73318
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La distinzione fra imprevedibilità e prevedibilità non corrisponde necessariamente all’opposizione fra cambiamento e conservazione. Anzi. I due termini rimandano a due modi di cambiamento segnati da modalità e ritmi differenti, che sono però indisgiungibili, necessari l’uno all’altro. Una cultura, dice Lotman, non può votarsi a uno dei due, pena la sua morte. La distinzione sarà allora nella differenza di velocità del cambiamento — accelerata nell’esplosione, lenta nel processo graduale — e nella logica che lo segna — quello di un susseguirsi di eventi, di segni, sulla base di catene di causa-effetto nei cambiamenti prevedibili, un cambio di direzione, che si basa su correlazioni inattese di linguaggi, di logiche differenti, nel caso dell’esplosione.

* Estratto di F. Sedda, L’imprevedibile accade. Vivere e sopravvivere nel XXI secolo, Milano, Bompiani, 2025, pp. 198-202, con l’autorizzazione dell’editore. Tutti i diritti riservati © 2025 Giunti Editore S.p.A./Bompiani. (Vedere anche, infra, Bonnes feuilles. Ndlr).

Al fondo c’è un problema di informatività e, con essa, di scelta. L’esplosione ha un grado di informatività altissimo perché attualizza alternative fino ad un attimo prima impensate e percepite come equiprobabili da chi si trova a vivere il momento esplosivo. Si tratta di quelle situazioni in cui ci viene da dire “Tutto è possibile !”. In questo frangente, che a seconda del tipo di fenomeni in gioco può durare un tempo immenso, ogni azione può fare un’enorme differenza, così come può farla un minimo evento casuale. Un classico esempio è quello della battaglia, in cui l’eroismo o la stupidità del singolo, l’imprevisto atmosferico o tecnico, possono pesare tanto o più di un’intera strategia. Lo mostra l’analisi di diverse battaglie nel libro Eroi per caso di Erik Durshmied. Seguendo le diverse fasi della battaglia di Waterloo sembra che a ogni momento ci si trovi davanti a una biforcazione decisiva che può ribaltare le sorti dell’evento. A tratti le cose si fanno confuse perché più biforcazioni accadono contemporaneamente e su livelli diversi. Il che non significa che non ci siano strategie ma queste si applicano parzialmente, con tempi dilatati che ne minano gli effetti, in mezzo a fraintendimenti che ne sviano il corso. Gli stessi eventi decisivi, che appaiono minimi, si portano appresso implicazioni e riflessioni culturali enormi. Prendiamo un solo esempio, al cuore della vicenda. Il fatto che i francesi, nel momento del vantaggio, si ritrovino senza la manciata di chiodi necessaria per bloccare i cannoni avversari (che poi risolveranno la battaglia a favore di prussiani e britannici) non rimanda solo al caso. La mancanza dei chiodi si poteva risolvere diversamente e facilmente : prendendo i cannoni e puntandoli contro i prussiani. Ma questo non avvenne perché il senso del ruolo e dell’onore dei cavalieri francesi gli “impediva” di scendere da cavallo ! Da questa prospettiva a “decidere” la battaglia è una profonda regolarità sociale — per usare i termini di Landowski che ritroveremo più avanti — che dal di fuori dell’evento può sembrare una forma di assurda ottusità, un non senso che suona come una pura (e decisiva) casualità1. Insomma, regolarità e casualità si inseguono e mischiano. Forse sono persino la stessa cosa colta da prospettive differenti !

1 E. Durschmied, The Hinge Factor. How Chance and Stupidity Have History, London, Hodder & Stoughton, 1999 (trad. it., Eroi per caso. Come l’imprevisto e la stupidità hanno vinto le guerre, Casale Monferrato, Piemme, 2000). Sull’onore come forza di cambiamento vedi invece A. Appiah, The Honor Code : How Moral Revolutions Happen, New York, W.W. Norton & Co, 2011.

Questo esempio ci consente di mettere in tensione due grandi modelli della storiografia : la storia di battaglie, che come la storia della scienza e la storia dell’arte sembrano sature di esplosioni furiose ed eclatanti, e la storia della lunga durata, dove lo sviluppo delle mentalità, dei modi di vivere, della tecnica sembra procedere per lenti accumuli di cambiamenti incrementali quasi anonimi2 : non a caso Lotman vedrà nel momento esplosivo il luogo di emersione dei “nomi propri” e in quello graduale il dominio dei “nomi comuni”. Eppure questa differenziazione pone un problema, che investe anche la netta distinzione che Lotman traccia fra scienza e tecnica. Da un’altra prospettiva, infatti, è proprio dei fenomeni esplosivi presentarsi come “eventi”, o addirittura “eventi di eventi”, mentre la storia di lunga e lunghissima durata, gioca sul riassestarsi di correlazioni profonde fra forme culturali, biologiche, tecniche, economiche, ecc. Si pensi, seguendo i lavori di Jared Diamond3, a quando gli europei, immunizzati dalla convivenza con i suini, incontrano i popoli nativi del Centro e Sudamerica, il cui corredo genetico è impreparato all’incontro, alla correlazione : da lì si sviluppano epidemie che li stermineranno e vinceranno più di quanto non faranno gli scontri armati. O si pensi ancora a quando la modalità di costruzione modulare tipica degli Stati Uniti, che consentiva di costruire con il legno case di due piani, incontra un’innovazione tecnica come l’acciaio e si creano quasi naturalmente le condizioni per l’invenzione dei grattacieli, che diventeranno il simbolo architettonico internazionale (tutt’ora attivo e conteso) di forza, potere, prestigio, egemonia.

Davanti a questi esempi ci si rende conto che le due polarità facilmente distinguibili a livello teorico nella pratica sfumano le une nelle altre (e cambiano di identità a seconda della scala a cui le si coglie !). Il susseguirsi di eventi concatenati, prevedibili, a volte trasforma sotterraneamente correlazioni che sembravano irrelate. Altre volte il concatenarsi di correlazioni produce in superficie eventi apparentemente irrelati, piccole o grandi esplosioni che modificano il corso delle storie. Imprevedibilità e prevedibilità si rincorrono e intrecciano : l’analisi in dettaglio vale più della netta attribuzione dell’una e dell’altra a uno specifico campo del reale.

Ciò che resta giusto e necessario fare è accogliere la lezione circa la significatività del caso e del suo impatto sul divenire delle culture. Difficile restare immuni alla tensione che si sprigiona dalle pagine di Lotman quando egli si chiede cosa sarebbe stato della storia della Russia se nel duello con Dantes il suo amato Pus?kin avesse sparato per primo o non fosse stato centrato e ucciso. Così pure non si può che dar seguito al richiamo a non fare piazza pulita dell’imprevedibile nella storia. Ci sono momenti, infatti, in cui si aprono campi di possibilità enormi, che aumentano il peso della scelta e definiscono tracciati che risulteranno in qualche misura irreversibili. è il caso della Rivoluzione francese, che parte senza pensare di abbattere la monarchia, finisce per tagliare la testa al re (con uno strumento, la ghigliottina, che lui stesso aveva perfezionato !), stabilisce un insieme di nuovi principi correlati — liberté, égalité, fraternité — che rimangono attivi e sopravvivono alle contraddizioni interne della Rivoluzione, come il “Terrore”, o agli apparenti movimenti all’indietro degli eventi : come Napoleone che si fa imperatore o la Restaurazione che dopo il congresso di Vienna del 1815 vorrebbe riavvolgere il film della storia.

Il punto è dunque che nello sviluppo graduale l’informatività tende ad annullarsi — il nuovo che si realizza è il nuovo atteso — e ogni avanzamento appare anonimo e per molti versi, nell’immediato, persino reversibile, nel senso di simmetrico. Il punto è che ciò è vero di momento in momento dove il cambiamento nemmeno appare tale o viene vissuto come naturale, confortevole, fatale. Mentre l’esplosione, quella vera, persino quella artistica è sempre, nel suo puntuale accadere, in qualche misura oltraggiosa, immorale, irreversibile. è un po’ la differenza che a volte percepiamo fra una persona che ci invecchia accanto — e dunque non sembra invecchiare o i cui cambiamenti con qualche trucco possono apparire reversibili — e una che ritroviamo da vecchia dopo averla conosciuta da giovane, in cui la differenza si fa immediatamente diversità, e il passare del tempo appare irreversibile — quantomeno per quanto riguarda le sue fattezze e i suoi effetti esteriori.

2 J.M. Lotman, Kul’tura vzryv, Moskva, Gnosis, 1992 (trad. it., La cultura e l’esplosione. Prevedibilità e imprevedebilità, Milano, Feltrinelli, 1993, p. 18).


3 J. Diamond, Guns, Germs, and Steel. The Fate of Human Societies, New York-London, W.W. Norton & Co., 1997 (trad. it., Armi, Acciaio e malatttie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Torino, Einaudi,1998) ; Collapse. How Societies Choose to Fail or Succeed, New York, Viking Press, 2005 (trad. it., Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Torino, Einaudi, 2005).


Bibliografia

Appiah, Anthony, The Honor Code : How Moral Revolutions Happen, New York, W.W. Norton & Co, 2011.

Diamond, Jared, Guns, Germs, and Steel. The Fate of Human Societies, New York-London, W.W. Norton & Co., 1997 (trad. it., Armi, Acciaio e malatttie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Torino, Einaudi,1998).

Collapse. How Societies Choose to Fail or Succeed, New York, Viking Press, 2005 (trad. it., Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Torino, Einaudi, 2005).

Durschmied, Erik, The Hinge Factor. How Chance and Stupidity Have History, London, Hodder & Stoughton, 1999 (trad. it., Eroi per caso. Come l’imprevisto e la stupidità hanno vinto le guerre, Casale Monferrato, Piemme, 2000).

Lotman, Juri M., Kul’tura vzryv, Moskva, Gnosis, 1992 (trad. it., La cultura e l’esplosione. Prevedibilità e imprevedebilità, Milano, Feltrinelli, 1993).

 

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* Estratto di F. Sedda, L’imprevedibile accade. Vivere e sopravvivere nel XXI secolo, Milano, Bompiani, 2025, pp. 198-202, con l’autorizzazione dell’editore. Tutti i diritti riservati © 2025 Giunti Editore S.p.A./Bompiani. (Vedere anche, infra, Bonnes feuilles. Ndlr).

1 E. Durschmied, The Hinge Factor. How Chance and Stupidity Have History, London, Hodder & Stoughton, 1999 (trad. it., Eroi per caso. Come l’imprevisto e la stupidità hanno vinto le guerre, Casale Monferrato, Piemme, 2000). Sull’onore come forza di cambiamento vedi invece A. Appiah, The Honor Code : How Moral Revolutions Happen, New York, W.W. Norton & Co, 2011.

2 J.M. Lotman, Kul’tura vzryv, Moskva, Gnosis, 1992 (trad. it., La cultura e l’esplosione. Prevedibilità e imprevedebilità, Milano, Feltrinelli, 1993, p. 18).

3 J. Diamond, Guns, Germs, and Steel. The Fate of Human Societies, New York-London, W.W. Norton & Co., 1997 (trad. it., Armi, Acciaio e malatttie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Torino, Einaudi,1998) ; Collapse. How Societies Choose to Fail or Succeed, New York, Viking Press, 2005 (trad. it., Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Torino, Einaudi, 2005).


Résumé : Les distinctions entre, d’une part, prévisibilité et imprévisibilité, et d’autre part conservation et changement ne sont pas homologables. Il s’agit plutôt de deux modalités de transformation souvent associées à deux formes de narration historique — l’une événementielle, l’autre de longue durée — qu’on peut distinguer selon les dichotomies du type lent / accéléré, graduel / explosif, symétrique / asymétrique, subreptice / manifeste. Le caractère « prévu » ou « imprévu » d’un événement est en effet fonction de la perspective et de l’échelle d’analyse qu’on adopte. Ainsi, dans bien des processus historiques, c’est de la lente formation de corrélations peu visibles que résultent soudain des événements du genre « explosif » ; inversement, l’enchaînement d’événements en eux-mêmes peu notables peut cacher une transformation en cours des structures apparemment les plus stables.


Resumo : As distinções entre, de um lado, previsibilidade e imprevisibilidade e, de outro, conservação e mudança não são homologáveis. Trata-se, antes, de duas modalidades de transformação frequentemente associadas a duas formas de narração histórica — uma eventística, a outra de longa duração — que podem ser diferenciadas segundo dicotomias do tipo lento / acelerado, gradual / explosivo, simétrico  assimétrico, anônimo / reconhecível. O caráter “previsto” ou “imprevisto” de um evento é, de fato, função da perspectiva e da escala de análise que se adota. Assim, em muitos processos históricos, é da lenta formação de correlações pouco visíveis que surgem, de repente, eventos do tipo “explosivo” ; inversamente, a concatenação de eventos em si pouco relevantes pode ocultar uma transformação decisiva das estruturas aparentemente mais estáveis.


Abstract : The distinctions between, on the one hand, predictability and unpredictability and, on the other, conservation and change are not homologous. Rather, they represent two modes of transformation often associated with two forms of historical narration — one event-based, the other based on “longue durée” — which can be distinguished according to dichotomies such as slow / accelerated, gradual / explosive, symmetrical / asymmetrical, anonymous / recognizable. The “predicted” or “unpredicted” character of an event is, in fact, a function of the perspective and the scale of analysis one adopts. Thus, in many historical processes, it is from the slow formation of barely visible correlations that “explosive” events suddenly emerge ; conversely, the concatenation of events that are in themselves scarcely notable can conceal a decisive transformation of seemingly stable structures.


Riassunto : Le distinzioni tra, da un lato, prevedibilità e imprevedibilità e, dall’altro, conservazione e cambiamento non sono omologabili. Si tratta piuttosto di due modalità di trasformazione spesso associate a due forme di narrazione storica — l’una evenemenziale, l’altra di lunga durata — che si possono distinguere secondo dicotomie del tipo lento / accelerato, graduale / esplosivo, simmetrico / asimmetrico, anonimo / riconoscibile. Il carattere “previsto” o “imprevisto” di un evento è infatti funzione della prospettiva e della scala di analisi che si adotta. Così, in molti processi storici, è dalla lenta formazione di correlazioni poco visibili che scaturiscono all’improvviso eventi di tipo “esplosivo” ; inversamente, la concatenazione di eventi in sé poco rilevanti può nascondere una trasformazione decisiva delle strutture apparentemente più stabili.


Mots clefs : changement, explosion / gradualité, prévisibilité / imprévisibilité, réversibilité / irréversibilité.


Auteurs cités : Anthony Appiah, Jared Diamond, Erik Durschmied, Juri M. Lotman.

 

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Recebido em 25/05/2025. / Aceito em 10/06/2025.