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Débat : Actualité sémiotique de l’actualité ?
La noia e la paura Roberto Pellerey
Publié en ligne le 31 décembre 2024
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Oggi, martedì 5 novembre 2024, a inizio serata, in tutta Europa numerose persone consultano freneticamente il loro telefono portatile e si collegano ripetutamente a siti di giornali e altri organi di informazione. Cosa sta succedendo ? Arrivano le prime notizie e le prime proiezioni disponibili sui risultati delle elezioni Presidenziali americane. Tutti seguono l’avanzamento delle previsioni sui risultati finali, imparando o ricordando il meccanismo elettorale americano : un certo numero di delegati eletti in ogni singolo Stato dell’Unione, che rappresenteranno il candidato vincente in quello Stato nell’elezione vera e propria del Presidente fatta da questi delegati. Lo stato di attesa è spasmodico e quasi ossessivo. La maggior parte di queste persone ha paura : paura che vinca il candidato che ha promesso punizioni esemplari per i suoi nemici politici e culturali, e le cui azioni e politiche, promesse nella campagna elettorale, sono viste come profonde minacce alla normale vita civile democratica e all’economia europea e mondiale, fomentatrici di odio e di conflitto, e includono l’accordo con leader di grand nazioni che il mondo intero vede come despoti autoritari o veri e propri dittatori, responsabili di guerre cruente e immotivate, l’espulsione violenta di massa degli immigrati in America da paesi poveri, la criminalizzazione dei dissidenti e della stampa libera, e l’abolizione dei diritti alla cura medica nazionale e alla scolarizzazione. I lettori che vediamo aggirarsi per la città in perenne consultazione di strumenti fornitori di notizie temono per il proprio futuro immediato e a lungo termine : il cambiamento voluto dal candidato così temuto appare come una minaccia reale alla condizione di vita e alla cultura civile degli europei, o al futuro dei propri figli, o al proprio stesso futuro come artisti, intellettuali, imprenditori, viaggiatori abituati a stretti rapporti con la cultura, l’economia, la società americana, che si vedono già distrutte per sempre nel caso di vittoria di quel candidato : l’America che conosciamo non esisterà più. Informarsi sulla stretta attualità delle elezioni americane in corso è una necessità vitale che costringe a un aggiornamento continuo, ogni cinque minuti, su quanto sta accadendo in America. Ma le elezioni americane sono solo uno dei grandi casi in cui si osserva in grande scala l’importanza vitale dell’aggiornamento continuo sulla attualità, in questo caso l’attualità politica, che sembra caratterizzare i contemporanei.
Una delle ragioni trascurate della costante necessità da parte di molti nostri contemporanei di essere sempre aggiornati, grazie in particolare alle tecnologie comunicative odierne, e in costante attenzione all’attualità è di stampo antico : la paura. È una aura di fondo che segna le giornate e le notti di molti, nascosta dietro il velo della modernità : c’è chi sente il bisogno o la necessità ossessiva di essere sempre aggiornato su rischi e pericoli siano essi in corso, sia che minaccino di poter accadere a breve. Quali pericoli e minacce sono contemplate nel catalogo delle paure ? Guerre, certamente, sia vicine che possibili, azioni militari, lanci a sorpresa di testate nucleari, ma anche alluvioni, scontri urbani, epidemie, guerriglie urbane, cortei violenti, cambiamenti di leggi e di governi che si prospettano minacciosi, mancanza di risorse tecniche a breve, mancanza improvvisa di materie prime fondamentali o di medicinali vitali, interruzione di rapporti diplomatici con Paesi con cui è in profonda relazione commerciale... Allora ecco che un cittadino contemporaneo particolarmente preoccupato consulta il suo strumento dispacciatore di informazioni cercando cosa può accadere oggi o domani mattina, minaccia che lo induce a cambiare strada o cambiare programma della giornata (ci sarà il corteo annunciato con scontri in piazza con la polizia ?), oppure cosa può accadere nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, nei prossimi anni, in una catena di possibili mosse conseguenti che bisogna prevedere, se la situazione climatica non cambia (ci sarà la settimana prossima la tempesta prevista dai meteorologi ? Ci sarà tra cinque anni il previsto scioglimento dei ghiacci polari ?), e la situazione politica non cambia (quale posizione prenderà il nuovo presidente degli Stati Uniti nelle guerre in corso nel mondo, quale parte difenderà, quale campo di battaglia preferirà, e questo quali conseguenze avrà su di noi, magari un aumento del terrorismo organizzato o di quello improvvisato che ci minaccerà nelle nostre città o al contrario la fine degli atti terroristici ?), e la situazione sociale non cambia (aumenterà la disoccupazione, potrei entrare nella rosa dei licenziabili, oppure mio fratello, mio cugino, mio padre ?). Insomma, ogni informazione ci serve per proteggerci e difenderci dai probabili rischi del domani e del dopodomani, e soprattutto vederli e prevederli. Questa costante preoccupazione, questo stato di paura di ciò che può accadere, spinge ad essere sempre aggiornati sulla attualità, ma non sembra uno stato emotivo sano. È certamente una condizione ossessiva per l’ansia prodotta dalla continua e assillante consultazione di notizie, rinnovata anche ogni cinque minuti in casi particolarmente gravi. Essere in perenne aggiornamento nutre un’emergenza senza fine in cui l’assillato diventa prigioniero della paura di ciò che può accadere a breve o lungo termine : non c’è tempo di sedimentazione delle notizie e di riflessione, subitaneamente interrotte dall’aggiornamento successivo.
La paura è l’esatto contraltare della noia. Al polo opposto della paura assillante, la noia è motivo di una consultazione frequente per passare il tempo. L’annoiato, impaziente, deve passare cinque minuti in attesa in coda ? Consulta il suo dispacciatore tascabile di notizie. Deve attendere un’ora la partenza del treno o del volo aereo ? Accende il suo dispacciatore portatile di notizie e di mail. Deve aspettare una telefonata fissata a un’ora precisa ? Consulta la sua posta elettronica aspettandosi interessanti novità. La lettura di libri e giornali gli appare faticosa e soprattutto noiosa e insoddisfacente, mai fulminea, e non interrompibile a volontà. Annoiato e impaziente, non ha hobby o interessi articolati e organizzati tali da occupargli il tempo di una mezza giornata libera ; dunque, passa il tempo a consultare media telematici o televisivi, come in altre epoche avrebbe vagato in passeggiate casuali a zonzo senza interesse per ciò che incontra. Il suo tempo libero diventa tempo inutile a qualsiasi fine, se non il farlo passare. Non ha preoccupazioni familiari, assilli economici, ansie lavorative, giudiziarie o di salute : tempo beato e incantato, ma prolungato nel tempo ogni giorno, senza passioni orientate a un fine diventa tempo di noia di fondo costante. La paura e la noia appaiono come i due poli opposti di una attenzione all’attualità ammalata e viziata da una condizione passiva di fondo : si sente la necessità di occuparsi dell’attualità per difesa (dagli imprevisti minacciosi del mondo o dall’inerzia del tempo troppo libero). Esiste invece una attenzione alla attualità attiva ? In cui l’aggiornamento frequente e il calarsi nell’attualità sono condizioni operative ?
Una immersione nella attualità attiva in realtà è realizzata da molti altri nostri contemporanei, ognuno seguendo una direzione tra quelle che appaiono le due principali. Da una parte seguire l’attualità è un modo o una condizione per cercare notizie e informazioni per operare in un settore preciso, un modo cioè per venire a sapere, cercare occasioni in relazione a qualcosa che si desidera fare : un viaggio (cerco notizie sulla situazione del paese che voglio visitare), un progetto artistico (cerco bandi e occasioni di finanziamento), creare una nuova festa, cercare luoghi e quartieri della città per progetti locali, capire quali settori di mercato promettono meglio se voglio aprire un’attività commerciale... È questa una attualità attiva distaccata, senza noie e paure, ma che fa parte di un progetto a breve termine. Dall’altra è attiva la ricerca di notizie e informazioni su ciò che accade, a medio e lungo termine, in un campo in cui si è impegnati in una azione a lungo termine: attività sociale o politica, artistica, editoriale, turistica organizzata, professionale : una ricerca per poter operare nel modo più adatto alle circostanze presenti e future. È una attualità attiva interessata a dati argomenti e appassionata nel seguirli perché sono nostro interesse di vita permanente. In entrambi i casi l’attenzione alla attualità significa immergersi nel flusso del presente per operarvi. Non è dunque necessariamente una manipolazione subita dal modo in cui i Media ci presentano il mondo.
C’è però un altro discorso dell’attualità che ci appare eticamente neutro, come una attualità allo stesso tempo interessata a distaccata, ed è l’informarsi per poter sempre essere in grado di intervenire agevolmente e piacevolmente in un discorso con altri interlocutori. Un sapere e conoscere gli argomenti in voga, che permettono il fluire e lo scorrimento di un discorso aggiornato e informato, e in più dotato di una opinione propria : non per reale interesse all’argomento, né per terrore, ma per poter essere sempre “à la page” in società. È la grande arte della conversazione informata ed elegante, la cui tradizione tiene banco nella storia dei salotti aristocratici europei, o di quelli artistici e letterari, in cui ci si dimostra persone di rilievo esprimendo un’opinione arguta, meglio se con una battuta efficace ma non distruttiva. I salotti letterari hanno tramandato alla contemporaneità questo modo discorsivo radicato nella cultura filosofica settecentesca, che appare oggi raro e raffinato proprio per queste caratteristiche di lievità ed arguzia, che rende piacevole la parola colta ed elegante permettendo al locutore di occupare legittimamente il suo posto in società. L’attualità è qui allora il campo da cui trarre occasioni di “mots d’esprit” e occasioni di fare notare la propria conoscenza del mondo. Questa attenzione all’attualità non ci appare impregnata di paura, né di noia, ma piuttosto funzionale al mantenimento di un ruolo sociale mondano riconosciuto che da una parte soddisfa, dall’altra permette continuità di contatto con gli ambienti sociali di interesse del locutore. Non dimentichiamolo, l’arte della conversazione non è mai scomparsa dai mezzi di rendere grata e lieve la vita, nonché di segnalarsi a tutti per una possibile occasione di carriera. L’attenzione all’attualità, al tenersi aggiornati anche con frequenza spasmodica, non appare quindi, in nessun caso, come un interesse personale di immersione nella realtà, ma come qualcosa di funzionale oppure di catartico, in cui emozioni e sentimenti negativi, come la paura, il terrore, la noia si scaricano espletando ossessiva richiesta di aggiornamento continuo. Indubbiamente, e l’analisi dei mezzi di informazione di Barthes ce lo ricorda, l’attualità è un modo di costruire la realtà che subiamo da parte dei mezzi di informazione di massa, e similmente la teoria dell’Agenda Setting ci spiega che l’informazione mediatica ci fissa e ci impone ciò che bisogna sapere, ciò su cui è necessario avere un’opinione per essere partecipi del proprio tempo.
Eppure c’è almeno un’altra accezione del vivere l’attualità, che emerge come risposta e reazione di fronte alla drammaticità dei tempi presenti: prendere posizione e implicarci, con quell’azione antica che si chiama in italiano “impegno” e in francese “engagement”. L’engagement è prima di tutto il risultato di una scelta etica, il senso di necessità ad entrare in una azione scaturito dalla osservazione e constatazione di orrori o ingiustizie che ci appaino intollerabili, e farlo con la propria disciplina, non solo come azione individuale. È un triplo movimento. Dapprima il cittadino che siamo noi si sdegna e si ribella di fronte a fatti che considera intollerabili, poi come tecnico dotato di un sapere specializzato decide di fornire gli strumenti della sua scienza a una delle parti offese o in conflitto, e infine formula i suoi oggetti di studio in relazione agli obiettivi e alle necessità della parte aiutata con l’obiettivo finale di far vincere una delle parti, riscattare gli offesi, liberare gli oppressi. A questo punto l’engagement, pur scaturendo da un moto etico, diventa la conversione delle capacità e possibilità della propria disciplina ad una collaborazione scientifica implicata quando offre strategie e mezzi di analisi del reale alle entità che riteniamo adeguate ad agire, evadendo dal suo ruolo di scienza che solamente osserva e descrive, ma diventando scienza che prende parte a un conflitto culturale, prendendo le parti di una delle parti in conflitto. Scienza che non rispetta i canoni della scienza empirica ma si fa scienza implicata, che ha scelto una delle ragioni in campo. Ciò che entra qui in gioco è una questione epistemologica di fondo : la transizione della semiotica, o di altri saperi specializzati, da disciplina descrittiva a disciplina che interviene e opera sul campo. Questa opzione non è forse altro, in fondo, che rendersi conto che l’imparzialità descrittiva di una scienza è un’aspirazione utopica, poiché ogni scienza incorpora principi inespressi e inconsapevoli nei suoi processi e metodi. Ed è bene esserne consapevoli, per orientare il proprio intervento. Ma resta, prima ancora, da chiarire e motivare la ragione della scelta di implicarsi, reagire, prendere partito, di fronte alla tradizione epistemologica della distanza tra osservatore e oggetto. Si tratta di scegliere tra una disciplina che accetta passivamente le visioni socialmente imposte e diffuse, e riduce la gamma delle possibilità ammesse e catalogate per la vita delle persone, e una disciplina che comprende una gamma più ampia, e dunque più rispondente all’antropologia esistenziale della specie, di scelte di vita e di valori possibili e realizzabili, oltre a quelle in atto nella realtà contemporanea attuali. E questa è una questione etica : la decisione di implicare se stessi e la propria disciplina evadendo dall’utopia dell’oggettività imparziale assoluta è il modo attivo di essere nell’attualità. Di essere immersi nel flusso della attualità attivamente. Noi lo abbiamo fatto tempo fa con la scelta di iniziare a smontare i meccanismi del consenso all’immagine socialmente costruita dell’economia della mercificazione eretta in paradigma unico e naturale del mondo. Una realtà effervescente di nuovi oggetti sociali costituiti da diversi tipi, formali o informali, di organismi associativi, comitati e coordinamenti territoriali, si è aggregata e opera oggi attorno a tre principi ricorrenti — la critica alla concezione dei beni come merce, l’interrogativo sui modelli dello sviluppo, e il dibattito sul rapporto tra sviluppo e benessere —, dando vita a sperimentazioni di una rivoluzione culturale sommersa ignorata dai media : sistemi di produzione agricola in proprio per l’autoconsumo, istituzione di reti di distribuzione o scambio non commerciali di beni alimentari, rifiuto del “cibo progettato” della grande distribuzione organizzata, sperimentazione di unità abitative e sistemi urbani di tipo comunitario, ripristino di cicli di produzione di alimenti locali tramite l’agricoltura contadina e la creazione di banche dei semi viventi, investimento del risparmio in micro credito nei paesi impoveriti per ripristinare l’autonomia economica locale e l’indipendenza dalle società sementiere e agro-alimentari internazionali, e così via. Si tratta di scambi, pratiche e interazioni (economiche, sociali, culturali, ecologiche) del nuovo paradigma della demercificazione della società a partire dal rifiuto concreto dei pilastri operativi del sistema di mercato (quali la fissazione dei prezzi in base alla dinamica domanda / offerta o la compravendita come meccanismo di scambio principale). A questo vasto paradigma, e in particolare alle Ong che operano nei paesi impoveriti e alle associazioni per la demercificazione che operano nei paesi occidentali, abbiamo iniziato a offrire esempi e modelli di utilizzazione dei principali strumenti e principi semiotici per esaminare azioni e interventi già realizzati, scoprendo le ragioni del loro successo o insuccesso, e soprattutto per organizzare e progettare interventi futuri secondo principi che ne aumentino le possibilità di riuscita. La ratio etica di questa collaborazione è lì, ma non si vede : il rifiuto a continuare ad accettare uno stato di fatto delle cose intollerabile. L’immersione nella attualità è lì, ma non si vede : è l’informazione su tratti e linee di fondo di ciò che accade a medio e lungo termine, non solo nell’immediato. L’engagement è lì, e si vede : è la collaborazione attiva con la partecipazione dei nostri saperi a progetti di cambiamento. La noia, la paura, la attualità costituita dalla consultazione frenetica di notizie in continuo aggiornamento, la Conversazione Generale non sono lì, e si sente. |
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Bibliografia Barthes, Roland, Mythologies, Paris, Seuil, 1957. — Essais critiques, Paris, Seuil, 1964. Landowski, Eric (a cura di), “Sémiotique et engagement”, Dialogue, Actes Sémiotiques, 120, 2017. Pellerey, Roberto, “Fuori mercato. Dissidenze inattuali e modernità obbligate”, Actes Sémiotiques, 119, 2016. — “Presenza in una scelta”, Actes Sémiotiques, 120, 2017. — “Una dinamica organizzazionale dissidente”, Actes Sémiotiques, 122, 2019. Teofrasto, I caratteri, ed. Milano, Rizzoli, 1979. |
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______________ Résumé : Le besoin d’être constamment informé de l’actualité, tel qu’il se manifeste aujourd’hui, a, entre autres, deux raisons négligées par les analystes : la peur et l’ennui, deux états d’esprit passifs tenant à ce qu’on ressent le besoin de se défendre soit contre des événements inattendus soit contre la pesanteur d’un temps trop libre. Ils s’opposent à une curiosité active fondée sur l’intérêt qu’il y a à obtenir des informations utiles, que ce soit en vue d’agir dans un domaine qui nous passionne ou nous intéresse culturellement ou professionnellement ou, sur le plan des choix éthiques, pour prendre position face à des problèmes politiques ou sociaux qui affectent tous les citoyens et face auxquels, en raison de leur gravité et de l’importance que nous leur attribuons, nous ressentons le besoin d’engager toutes nos capacités. Resumo : A vontade de estar constantemente atualizado sobre os acontecimentos da sociedade contemporânea tem, entre outros, dois motivos negligenciados pelos analistas : o medo e o tédio, dois estados de espírito passivos devidos ao fato que se sente a necessidade quer de se defender de ameaças inesperadas, quer da inércia de muito tempo livre. Contrastam-se com uma curiosidade ativa pela atualidade que consiste no empenho em obter informações e notícias para a realização de projetos relativos ao interesse permanente da vida (procurar notícias e informações úteis para a ação numa área pela qual se tem paixão ou envolvimento cultural ou profissional), ou pela opção ética de compromisso com problemas civis, políticos ou sociais que afectam todos os cidadãos e face aos quais, pela importância que lhes atribuímos, sentimos a necessidade de envolver todas as nossas capacidades. Abstract : The need to be constantly updated on current events in contemporary society has, among others, two reasons overlooked by analysts : fear and boredom, two passive states of mind proceeding from the need to defend oneself either against unexpected threats from the outside world or against the inertia of too much free time. They are contrasted with an active interest in current affairs consisting of the interest in obtaining information and news to carry out projects regarding one’s permanent life interest (seeking information useful for one’s action in a field in which one is passionate or culturally or professionally interested), or for the ethical choice of commitment towards civil, political or social problems that affect all citizens and in the face of which, due to their gravity and the importance we attribute to them, we feel the need to engage all our abilities. Riassunto : L’occupazione ad essere costantemente aggiornati sull’attualità nella società contemporanea ha anche due ragioni trascurate dagli analisti: la paura e la noia, due stati d’animo passivi per i quali si sente la necessità di occuparsi dell’attualità per difendersi dagli imprevisti minacciosi del mondo o dall’inerzia del troppo tempo libero. Ad esse si contrappone un interesse attivo per l’attualità giustificato dall’importanza di ottenere informazioni e notizie per realizzare progetti riguardanti un proprio interesse di vita permanente (cercare notizie e informazioni utili alla propria azione in un campo di cui si è appassionati o interessati culturalmente o professionalmente), oppure per la scelta etica di un impegno (engagement) verso gravi problemi civili, politici, sociali che toccano tutti i cittadini e di fronte ai quali, per la gravità ed importanza che gli attribuiamo, si sente la necessità di impegnare tutte le proprie capacità, energie ed ingegni per la loro soluzione, anche mettendo a disposizione di una delle parti o delle soluzioni in gioco le potenzialità della propria scienza o disciplina specializzata. Mots clefs : actualité, conversation, engagement, ennui, peur. |
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Recebido em 10/11/2024. / Aceito em 30/11/2024. |