Débat : Actualité sémiotique de l’actualité ?

Attualità e quotidiano :
un rapporto in evoluzione

Giorgio Grignaffini
Università IULM, Milano

 

Publié en ligne le 31 décembre 2024
https://doi.org/10.23925/2763-700X.2024n8.70085
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1. Soggetti e informazione

Il rapporto tra l’uomo e la società in cui è inserito si struttura in maniera significativa sul modo in cui riceve, elabora e agisce / reagisce alle informazioni che gli arrivano dalle persone e dalle istituzioni sociali con cui interagisce. Tali informazioni sono basilari per la costruzione dell’identità stessa del soggetto e di quelli con i quali quest’ultimo si relaziona, con modalità variabili a seconda delle epoche storiche, delle realtà macro-sociali o micro-sociali, politiche, economiche in cui è inserito oltre che naturalmente delle attitudini personali. Se la valutazione di queste ultime ci porterebbe su un terreno molto difficile da analizzare in quanto legato alla soggettività idiosincratica dell’individuo, a livello sociosemiotico è possibile delineare dei modelli generali di relazione tra i Soggetti e il modo in cui essi entrano in rapporto con le informazioni che provengono dal mondo (o meglio dire dai mondi) che lo circondano.

Il sapere che è a disposizione dei soggetti in un dato contesto sociale è rappresentato da una molteplicità di discorsi, riferibili a diverse fonti e riguardanti una serie di argomenti estremamente variabili. Si va dal sapere necessario alla vita micro-sociale (come, ad esempio, le informazioni necessarie per la vita quotidiana, per la propria attività professionale o quelli relativi alle relazioni interpersonali) a quello che viene trasmesso dalle istituzioni statali (come la scuola o gli enti pubblici o religiosi), ai contenuti delle discipline scientifiche o umanistiche, ma anche leggi, regole, usanze, per arrivare poi al sapere prodotto e diffuso dai mass media : quello che prende il nome di “informazione giornalistica” insieme a tutto il resto dei contenuti mediali di intrattenimento o educativi. Tanti saperi dunque prodotti e diffusi da tanti agenti, più o meno istituzionalizzati, fruiti in tanti modi diversi, dall’interazione diretta con le persone che si frequentano all’uso dei sistemi mediali più avanzati1.

1 Sulla stratificazione dei saperi nelle culture cfr. J. Lotman e B. Uspenskij, Tipologia della cultura, Milano, Bompiani, 1975.

Le informazioni che circolano hanno degli effetti sui Soggetti ad esse esposte a diversi livelli : ci sono effetti cognitivi (accrescono la competenza in termini di sapere), patemici (suscitano passioni, tra cui ansie o speranze), pragmatici (creano le premesse per le azioni, o imponendole come fanno le regole e le leggi, o stimolandole in modo più o meno diretto). I soggetti vi attingono in modi storicamente, geograficamente e socialmente determinati, in dipendenza dal tipo di organizzazione sociale in cui sono inseriti e della disponibilità o meno di istituzioni e di mezzi tecnologici efficienti ed efficaci nella loro produzione e distribuzione.

All’interno di questa grande massa di informazioni che circolano nel sociale, è possibile operare delle distinzioni a seconda delle fonti da cui esse originano (istituzioni politiche, scolastiche, religiose, opinion leader, fino ai singoli membri di una famiglia o di un gruppo di amici ecc.) oppure dei mezzi con cui sono divulgate (libri, film, televisione, giornali oppure conversazioni, lezioni, comizi elettorali o omelie religiose ecc.). Da qui l’origine di forme discorsive plurime, che permettono di distinguere e rendere analiticamente pertinenti in semiotica tra gli altri il “discorso religioso”, il “discorso giuridico”, quello “scientifico” o quello “politico”.

Oltre a questa possibile tassonomia legata alle modalità di produzione e distribuzione, le informazioni possono essere suddivise anche in base alla rilevanza che esse possiedono per i soggetti che ad esse sono esposti : nel primo caso avremo informazioni dotate di una rilevanza generale per l’intera società — politica, cronaca nera, economia, cultura, spettacolo ecc. — e informazioni che invece nascono e sono diffuse dai singoli soggetti (o da micro gruppi sociali, gruppi amicali o famigliari, colleghi di lavoro o di scuola, frequentatori di ritrovi ecc.), caratterizzate quindi dall’essere rilevanti solo all’interno di tali gruppi.

A queste ultime, quando sono dotate di rilevanza generale viene attribuito genericamente il termine di attualità, mentre per le seconde possiamo parlare di quotidiano2. Queste due dimensioni sono analizzabili semioticamente ciascuna in quanto tale, ma, come ricorda Landowski, ancora più interessante è comprendere quali sono “les relations qui se tissent, en termes de signification, entre le présent rapporté de l’actualité et le présent vécu du quotidien”3.

2 Cfr. in questo volume, E. Landowski, “Suivre l’actualité, pourquoi ? Sens et insignifiance d’une pratique”.


3 Ibid.

Proprio perché attualità e quotidiano sono due regimi di relazione dei soggetti con un sapere relativo al presente, il loro statuto sarà influenzato dalle situazioni storico-sociali in cui esse vengono analizzate e la definizione non può che avvenire l’una in relazione con l’altra.

2. Attualità, quotidiano nel corso del tempo

Il sistema sociale contemporaneo, non solo nei paesi sviluppati ma anche in quelli in via di sviluppo, è sempre più intrecciato con il sistema informativo-comunicativo globale. La presenza di reti di comunicazione digitale, in particolare grazie ai dispositivi di telefonia mobile, raggiunge praticamente l’intera popolazione mondiale rendendo possibile un duplice livello di scambio di informazioni. Da una parte quella che abbiamo definito attualità, cioè contenuti riguardanti quello che accade a livello macro sociale e tendenzialmente — anche se ormai sempre più i confini tra informazione professionale e informazione creata da utenti comuni sono sempre più labili — prodotti e distribuiti da soggetti professionalmente inquadrati nella categoria dei giornalisti. Dall’altra i contenuti appartenenti alla sfera del quotidiano, che non sono più necessariamente legati alla comunicazione interpersonale in presenza, ma, anch’essi, sono disponibili e scambiabili in tempo reale nella propria sfera di relazioni micro sociali attraverso i sistemi di comunicazione interpersonale e i social media.

Di conseguenza, i dispositivi di comunicazione mobile e in particolare i telefoni cellulari sono ormai i terminali attraverso cui è possibile accedere simultaneamente alla sfera dell’attualità e a quella del quotidiano e come accade sempre più spesso, se ci soffermiamo sulla prima, quindi sull’informazione riguardante fatti e persone che non sono legate direttamente alla nostra esperienza di vita quotidiana, questi dispositivi hanno permesso una riconfigurazione dei ruoli tradizionali appartenenti ai professionisti dell’informazione. Infatti, tali dispositivi non sono più semplicemente dei terminali con cui ricevere contenuti informativi, ma stanno diventando dei mezzi per produrre autonomamente contenuti destinati non più a una più o meno ristretta cerchia di amici o conoscenti, ma a una massa talvolta molto numerosa di utenti, i cosiddetti follower del proprio account social.

Se analizziamo da un punto di vista semiotico quanto sta accadendo, possiamo partire proprio dal considerare le modalità con cui i Soggetti intrecciano relazioni tra loro scambiandosi informazioni, e come tali modalità sono appunto mediate da sistemi tecnologici o istituzioni sociali.

L’evoluzione storico-sociale e parallelamente l’evoluzione delle tecniche e tecnologie della comunicazione, hanno modificato radicalmente negli ultimi anni le interazioni tra i Soggetti sociali, ampliando o restringendo il campo dell’attualità e del quotidiano. In questo senso proviamo a muoverci a ritroso nel tempo, in un’epoca dove l’esperienza di vita della maggioranza della popolazione era limitata a una cerchia di relazioni molto ristretta.

 

Prendiamo come esempio la situazione sociale in cui si trovava a vivere un contadino dell’Europa durante il Medioevo o la prima era Moderna4. Le relazioni sociali che con grande probabilità egli si trovava a sviluppare erano limitate alla propria cerchia famigliare e agli abitanti del villaggio in cui viveva, dove i pochi individui che facevano eccezione erano le autorità civili e religiose. La gran parte della vita scorreva quindi sviluppando al massimo la sfera del quotidiano, fatto di ripetizione di routine lavorative, inframmezzate dalle ricorrenze religiose o da qualche evento legato al feudatario locale. A rappresentare una possibile apertura verso altri contesti sociali potevano essere eventi come invasioni di eserciti nemici o l’arruolamento in milizie destinate a combattere al di fuori del proprio paese, mentre a rappresentare quella che ora possiamo definire attualità erano le poche informazioni su quanto avveniva fuori dal villaggio, rese disponibili dalle autorità locali, attraverso banditori o attraverso le omelie del prete del villaggio, o ancora quanto del mondo esterno arrivava filtrato dai cantastorie che viaggiavano di villaggio in villaggio.

Il paragone con quanto è accaduto nell’ultimo secolo e poi in modo più eclatante nell’ultimo decennio, evidenzia quindi enormi differenze qualitative e quantitative tra quello che era e quello che sono diventate ora le nozioni di attualità e quotidiano. Per coglierne semioticamente le diverse articolazioni possiamo far ricorso alla categoria analitica dell’aspettualità.

3. Un’analisi aspettuale

Se consideriamo il processo di scambio informativo che si opera nella società possiamo vedere all’opera un confronto tra attanti che ricoprono il ruolo di produttori dell’informazione e attanti che invece ricoprono il ruolo di fruitori dell’informazione. Tali ruoli attanziali a livello microsociale fino all’avvento dei media digitali erano incarnati attorialmente da soggetti che potevano agevolmente scambiarsi i ruoli : la circolazione delle informazioni del quotidiano prevedeva che ci fosse una reversibilità e una sostanziale parità tra i vari soggetti, fatta salva l’attribuzione di una maggiore autorevolezza a chi all’interno della comunità aveva un ruolo sociale più definito (maestro, sacerdote, politico ecc.).

Al contrario, sempre fino a pochi anni fa, sulla scena informativa macro sociale i ruoli attanziali di produttore di informazione e di fruitore dell’informazione erano incarnati in maniera più rigida da apparati tecnico-economici da una parte (il sistema dei mass-media) e dalla massa dei lettori / radio ascoltatori / tele spettatori. In questo caso la reversibilità non era consentita (se non in minima parte) dalla stessa natura tecnico-organizzativa dei sistemi di comunicazione (non a caso chiamati per radio e tv, “broadcasting”).

Per definire le relazioni interattanziali che si stabiliscono nel regime dell’attualità e reciprocamente in quello del quotidiano è quindi molto utile valutare le relazioni aspettuali che si stabiliscono tra i soggetti e le informazioni anche in relazione a come esse sono raccolte, rielaborate e come distribuite.

3.1. Aspettualizzazione spaziale

Per quanto riguarda il primo punto (le relazioni aspettuali che intercorrono tra i soggetti e le informazioni a cui hanno accesso i soggetti) possiamo distinguere diversi gradi di prossimità. Si tratta quindi di valutarne le forme di aspettualizzazione spaziale. Le informazioni a cui accedono i Soggetti possono infatti riguardare fatti o personaggi situati in un intorno più o meno ampio rispetto a loro, con conseguenze sugli effetti passionali e pragmatici. In questo senso a distinguere tra attualità e quotidiano è proprio il grado di distanza che le informazioni hanno rispetto all’esperienza di vita dei Soggetti ed esso è diverso a seconda delle condizioni in cui vivono o hanno vissuto i soggetti e delle diverse dotazioni tecnologiche di cui dispongono.

Se per un cittadino europeo contemporaneo abbiamo visto come le barriere tra attualità e quotidiano entro certi limiti si stiano annullando. Ad esempio, le informazioni sulle elezioni presidenziali americane, in linea di principio appartenenti al regime dell’attualità, nonostante la distanza, entrano di forza nel quotidiano anche di un cittadino europeo grazie alla forza pervasiva dei media e dei social media. Tuttavia, ancora oggi, nonostante la copertura informativa globale, esiste una gerarchia di importanza rispetto a quanto accade legato a ragioni geopolitiche o economiche : un evento bellico in un paese africano anche se portato a conoscenza dei cittadini europei non entra nella sfera del quotidiano, non diventa argomento di conversazione a livello micro sociale, a differenza dei conflitti in Medio Oriente o in Ucraina, nonostante il fatto che gli effetti concreti di entrambe le tipologie di conflitto non siano molto diversi per l’esperienza di vita quotidiana di un francese o di un italiano.

Per l’uomo del Medioevo, al contrario, la distanza a cui si collocavano le informazioni di attualità era molto ristretta e spesso oltre un certo limite potevano trascolorare nella leggenda. Ciò che accadeva nel villaggio vicino o nel castello del feudatario, considerando i tempi di diffusione delle notizie e l’assenza di istituzioni specializzate nella loro diffusione, rappresentava probabilmente l’orizzonte massimo a cui si poteva accedere in modo, per così dire, “diretto”. Tutto quello che accadeva oltre questa distanza sarebbe arrivato, dopo molto tempo, raccontato e rielaborato in forme narrative molto lontane da quello che noi consideriamo appartenenti al regime dell’attualità. Alla notizia si sostituiva una forma di comunicazione che aveva una finalità primariamente narrativa e ricreativa, in un ventaglio di generi che potevano andare dalla novella alla cronaca alle Chansons de geste oppure al romanzo. Quello che accadeva al di fuori dei confini dell’Europa cristiana si trasformava addirittura in racconto fantastico, dove il criterio di base non era certo la restituzione di una verità fattuale ma la creazione di mondi fantastici, popolati di genti dalle usanze bizzarre, di animali pressochè mitologici e di luoghi leggendari.

4 Sulla vita quotidiana in Europa nel Medioevo e nell’età moderna cfr. J. Roussiaud, Il cittadino e la vita di città, Roma-Bari, Laterza, 1993 ; F. Braudel, L’identità della Francia, Milano, il Saggiatore, 1988 ; F. Cardini, Il guerriero e il cavaliere, Roma-Bari, Laterza, 2012 ; F. Furet, Penser la Révolution française, Paris, Hachette, 1999.

A caratterizzare il regime del quotidiano è invece un’aspettualizzazione spaziale dominata dalla prossimità tra i fatti accaduti e i soggetti che li fanno entrare nella loro interazione micro sociale. Se, fino a pochi decenni fa, la prossimità del quotidiano era potremmo dire “fisica”, necessitava di una presenza diretta dei soggetti che scambiavano informazioni soprattutto oralmente o al massimo con una mediazione epistolare, ora grazie ai dispositivi mobili di comunicazione le micro comunità all’interno delle quali ci si scambia le informazioni relative a quanto accade al loro interno o in cerchie sociali limitrofe, sono virtualmente allargate all’intero globo. Si può ricreare una comunità di amici che fisicamente stanno agli antipodi, annullando la distanza geografica reale ; e tuttavia anche in questi casi se i soggetti sono posizionati fisicamente in luoghi lontani, dal punto di vista del regime relazionale che essi sperimentano è quello di una prossimità, se non reale almeno virtuale5.

5 Cfr. le considerazioni di E. Landowski relative al modo di presenza tra Soggetti nell’“espace-réseau”, in “Régimes d’espace”, Actes Sémiotiques, 113, 2010.

3.2. Aspettualizzazione temporale

Strettamente legata all’aspettualizzazione spaziale è possibile analizzare anche l’aspettualizzazione temporale. Questa è legata in primo luogo alla velocità con cui le informazioni arrivano al Soggetto che ne fruisce. Perché si possa parlare di attualità è necessario che le informazioni arrivino in tempi rapidi dal luogo in cui i fatti avvengono fino agli individui o alle comunità sociali a cui sono indirizzate e che vi sia una struttura macrosociale (il sistema dell’informazione) che garantisce un approvvigionamento costante delle notizie. Nel caso del quotidiano invece le informazioni vengono raccolte e diffuse in modalità meno strutturate temporalmente, non essendoci alcuna organizzazione sociale preposta, ma solo delle routine informali. A caratterizzare l’attualità è quindi una forma di continuità temporale tra sistema della produzione dell’informazione e i suoi fruitori, mentre quando questo flusso continuo si interrompe per motivi tecnici o per scelte di altro tipo (censure, scelte politiche o motivazioni economiche), le informazioni potranno essere recuperate solo a posteriori e entreranno perciò nel regime della produzione narrativa o della produzione di contenuti storici.

Se tuttavia osserviamo più da vicino il rapporto tra fonti di informazione e pubblico dal punto di vista di un’aspettualizzazione temporale, vediamo che la struttura organizzativa dei media informativi oscilla nelle sue routines tra forme di iteratività strutturate — l’uscita mattutina del giornale quotidiano, gli appuntamenti a orari fissi dei notiziari della radio o della televisione —, o, come accade sempre più spesso, su una sorta di tessuto durativamente continuo, come accade con i siti internet di informazione, continuamente aggiornati.

Si tratta quindi nella realtà, non tanto di una continuità assoluta ma di forme di discontinuità regolare, o non continuità come nel caso iterativo degli appuntamenti dei notiziari o l’uscita del quotidiano ; oppure, nel caso dei siti o dei canali televisivi che trasmettono notizie 24 ore al giorno, l’apparente continuità assoluta è più correttamente una simulazione di continuità che fa sentire il fruitore sempre aggiornato : possiamo quindi parlare di una non discontinuità.

Ma a caratterizzare l’attualità è la sempre possibile irruzione dell’imprevisto, della catastrofe, che va inserire una puntualità singolare, o discontinuità, che rompe sia la scansione regolare degli appuntamenti fissi che la continuità regolare del flusso di internet.

Se vogliamo rappresentare quanto esposto fin qui su un quadrato semiotico che opponga continuità e discontinuità nel rapporto tra temporalità della produzione dell’informazione e temporalità della sua fruizione avremo :

Se questo regime informativo caratterizza la contemporaneità, è possibile comunque rinvenire anche nel passato, prima della creazione della stampa quotidiana, forme di informazione dotate di elementi di iteratività. Se pensiamo alle comunità dell’epoca premoderna, la struttura sociale era organizzata intorno a istituzioni come la Chiesa che dotavano la collettività di cerimonie e ritualità in cui si fornivano informazioni : la messa domenicale o i mercati rappresentavano, anche se in modo estremamente ridotto, un appuntamento della comunità per ritrovarsi e scambiare informazioni che potevano riguardare anche luoghi esterni alla propria località.

3.3. Aspettualizzazione attoriale

Infine, possiamo vedere all’opera anche un’aspettualizzazione attoriale : infatti le informazioni possono essere trasmesse da soggetti che hanno una diversa forma di esistenza sociale. Se intessendo le relazioni che alimentano il regime informativo del quotidiano abbiamo a che fare primariamente con soggetti “in carne ed ossa” che trasmettono e ricevono informazioni direttamente tra loro, nel caso del regime dell’attualità è necessaria la presenza di un sistema informativo più ampio e rilevante che sia in grado di raccogliere, strutturare e soprattutto distribuire le informazioni ad ampi strati di popolazione situati in luoghi anche molto distanti. Il gioco delle relazioni interattanziali è quindi strutturato in base alla prossimità e distanza tra fonti informative e fruitori e allo stesso tempo si fonda sulla possibilità di una reversibilità dei loro ruoli.

Dal punto di vista dell’aspettualizzazione, avremo quindi nel caso del quotidiano una dominante di prossimità tra gli attori implicati, mentre nel caso dell’attualità si verifica una situazione di distanza. Storicamente si assiste nell’età moderna a un progressivo allontanamento delle fonti di informazione dai loro fruitori : dalle gazzette a diffusione locale si passa via via a attori informativi sempre più distanti dai propri fruitori, fino ad arrivare alla nascita di sistemi informativi globali. Dal punto di vista aspettuale, a seconda che si consideri lo scambio interattanziale dal punto di vista del soggetto informatore o del soggetto informato abbiamo la messa in relazione dei due attori che nella concretezza della loro interazione, possono apparire in base a distanza e prossimità presentarsi in rapporto più o meno diretto o mediato.

Da questo punto di vista, una maggiore prossimità può implicare l’instaurazione di un rapporto di fiducia o sfiducia tra i due soggetti, in quanto ciascuno dei due conosce personalmente l’altro. Nel caso della distanza che invece si verifica con i mass media, quelle che entrano in gioco sono questioni di autorevolezza : un’istituzione informativa che si situa a grande distanza dai propri fruitori deve presentarsi come affidabile, credibile, proprio perché la distanza impedisce di verificare di persona la qualità e l’attendibilità delle informazioni.

4. Attualità e quotidiano nell’era dei nuovi media

Rispetto a queste relazioni interattanziali, tuttavia, l’avvento dei nuovi media ubiqui temporalmente e spazialmente, sembra rimettere in discussione tutto : prossimità e distanza non sono più identificabili come rapporti posizionali fissati una volta per tutte e legati ai ruoli sociali degli attanti. I social media, disponibili attraverso i dispositivi mobili, infatti possono trasformare qualunque utente da oggetto della comunicazione a soggetto di essa, in una reversibilità dei ruoli attoriali prima mai sperimentata.

Se quindi dal punto di vista dell’aspettualizzazione, le relazioni che si stabiliscono tra i soggetti e le informazioni vede una trasformazione storica che ha portato sostanzialmente ad annullare le distanze spaziali, temporali e attoriali che definivano in precedenza i regimi del quotidiano e quelli dell’attualità, un processo analogo è avvenuto nel modo in cui queste informazioni sono raccolte e come sono distribuite.

La conseguenza dell’irruzione rapida e pervasiva in particolare dei telefoni cellulari che consentono un accesso ubiquo e costante a un sistema informativo sempre attivo e allo stesso tempo la moltiplicazione delle fonti informative delegate anche ai singoli utenti (pensiamo al dilagante fenomeno dei video ripresi dai cellulari che diventano essi stessi testimonianza e notizia), è che i regimi di attualità e quotidiano che rappresentavano efficacemente due modi diversi di rapportarsi alle informazioni a livello micro e macro sociale, debbano essere ripensati.

Se infatti il quotidiano in passato era un regime di rapporto interattanziale tra soggetti e di rapporto tra soggetti e informazioni caratterizzato dalla categoria della continuità tra soggetto e mondo circostante e al contrario il regime dell’attualità era grosso modo il regime della discontinuità, ora grazie all’avvento dei nuovi media le categorie più adatte a descrivere questo tipo di relazioni sembrano essere quelle subcontrarie di non continuità e non discontinuità.

Come avevamo visto in precedenza, dal punto di vista delle relazioni tra fonti delle informazioni e fruitori, i regimi tradizionali del quotidiano e dell’attualità proprio grazie alle dimensioni di continuità e discontinuità permettevano di mantenere una chiara distinzione di ruoli. In particolare, per quanto riguarda il regime dell’attualità la chiara presenza di una distanza tra fonti e fruitori poneva le prime nel ruolo di apparati di comunicazione gestiti da professionisti, socialmente inquadrati nella categoria professionale dei giornalisti, garanzia almeno dal punto di vista teorico di un comportamento deontologicamente corretto, e permetteva allo stesso tempo di ricondurre la proprietà dei media a istituzioni economiche o politiche identificabili. La riconoscibilità della firma del giornalista e della linea politico ideologica del gruppo editoriale erano accessibili abbastanza chiaramente al pubblico che di conseguenza poteva scegliere se e quanto fidarsi delle notizie.

Ora il collassare delle distanze, delle discontinuità, spaziali, temporali e attoriali tra fonti di informazioni e fruitori si traduce in un potenziale rischio legato alla possibilità da parte dei sistemi informativi di simulare una vicinanza, una democratizzazione, una trasparenza rispetto ai propri fruitori che in realtà sono solo una simulazione.

La distinzione dei ruoli attanziali e il mantenimento dei confini e delle distanze, sembra venir superato, fornendo l’illusione di un accesso continuo e ubiquo alle informazioni, come se il mondo fosse in tasca a chiunque e chiunque potesse arrivare sempre e ovunque. In realtà i contenuti diffusi capillarmente e continuamente, ma anche quelli prodotti dagli utenti — all’apparenza il massimo della disintermediazione tra sistemi informativi e ciascun individuo — sono in realtà resi disponibili agli utenti attraverso algoritmi distributivi che possono essere manipolati a fini politici o economici. Per ottenere un effetto manipolatorio dell’opinione pubblica non serve più un “Big Brother” che parla con voce unica da tutti i mezzi dettando l’agenda dell’attualità. Invece, nel segno della massima distanza e separatezza dai soggetti, si impone una costante, ubiqua e plurale diffusione di messaggi che la rendono indistinguibile dal quotidiano.

Gli effetti possono essere molti : a livello cognitivo la perdita di gerarchia dei contenuti informativi che essendo in linea di principio e spesso di fatto prodotti da utenti qualunque, li priva di un criterio di affidabilità e autorevolezza, dando spazio alle cosiddette fake news. Dal punto di vista patemico l’annullamento delle distanze crea effetti paradossali di coinvolgimento delle grandi masse planetarie per eventi o personaggi posti in luoghi anche lontanissimi, a scapito di ciò che avviene nella stessa città o nello stesso quartiere in cui uno vive, creando le premesse per una mobilitazione emotiva che si propaga proprio grazie ai social network con le modalità del contagio6.

6 Cfr. G. Manetti, L. Barcellona, C. Rampoldi (a cura di), Il contagio e i suoi simboli, Siena, ETS, 2003.


Opere citate

Braudel, Fernand L’identità della Francia, Milano, il Saggiatore, 1988.

Cardini, Franco, Il guerriero e il cavaliere, Roma-Bari, Laterza, 2012.

Furet, François, Penser la Révolution française, Paris, Hachette, 1999.

Landowski, Eric, “Régimes d’espace”, Actes Sémiotiques, 113, 2010.

— “Suivre l’actualité, pourquoi ? Sens et insignifiance d’une pratique”, Acta Semiotica, IV, 8, 2024.

Lotman, Juri, e Boris Uspenskij, Tipologia della cultura, Milano, Bompiani, 1975.

Manetti, Giovanni, Laura Barcellona e Cora Rampoldi (a cura di), Il contagio e i suoi simboli, Siena, ETS, 2003.

Roussiaud, Jacques, Il cittadino e la vita di città, Roma-Bari, Laterza, 1993.

 

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1 Sulla stratificazione dei saperi nelle culture cfr. J. Lotman e B. Uspenskij, Tipologia della cultura, Milano, Bompiani, 1975.

2 Cfr. in questo volume, E. Landowski, “Suivre l’actualité, pourquoi ? Sens et insignifiance d’une pratique”.

3 Ibid.

4 Sulla vita quotidiana in Europa nel Medioevo e nell’età moderna cfr. J. Roussiaud, Il cittadino e la vita di città, Roma-Bari, Laterza, 1993 ; F. Braudel, L’identità della Francia, Milano, il Saggiatore, 1988 ; F. Cardini, Il guerriero e il cavaliere, Roma-Bari, Laterza, 2012 ; F. Furet, Penser la Révolution française, Paris, Hachette, 1999.

5 Cfr. le considerazioni di E. Landowski relative al modo di presenza tra Soggetti nell’“espace-réseau”, in “Régimes d’espace”, Actes Sémiotiques, 113, 2010.

6 Cfr. G. Manetti, L. Barcellona, C. Rampoldi (a cura di), Il contagio e i suoi simboli, Siena, ETS, 2003.


Résumé : Les notions d’« actualité » et de « quotidien » sont liées aux modes de circulation de l’information dans les sociétés. Elles sont donc soumises à des transformations historiques en relation avec les changements des structures sociales et avec l’évolution des moyens techniques utilisés pour la transmission et l’utilisation des contenus d’information. Pour analyser sémiotiquement ces modalités, les notions d’aspectualisation spatiale, temporelle et actorielle sont particulièrement utiles. Elles permettent de rendre compte des articulations internes aux différents modes de production, de distribution et de consommation de l’information. Dans cette perspective, l’actualité et le quotidien se présentent comme des notions en transformation depuis quelques années du fait que la diffusion de moyens de communication portables, et continuellement connectés, tels les téléphones mobiles, modifie les relations de proximité entre les acteurs en redéfinissant les espaces et les temps de leurs interactions.


Resumo : As noções de atualidade e de vida cotidiana estão ligadas às maneiras pelas quais as informações circulam nas sociedades. Portanto, elas estão sujeitas a transformações históricas em relação às mudanças nas estruturas sociais assim que à disponibilidade e à evolução dos meios técnicos usados para a transmissão e o uso dos conteúdos informacionais. Para analisar semioticamente essas modalidades, as noções de aspectualização espacial, temporal e atorial são particularmente úteis. Possibilitam dar conta das articulações internas dos vários modos de produção, distribuição e consumo das informações. Nessa perspectiva, atualidade e o cotidiano aparecem como noções que estão sendo transformadas nos últimos anos, pelo fato que a difusão dos meios de comunicação portáteis sempre conectados, como telefones celulares, modifica as relações de proximidade entre os atores ao redefinir os espaços e os tempos da interação.


Abstract : The concepts of current affairs (l’actualité) and everyday life (le quotidien) are linked to the ways in which information circulates within societies. They are therefore subject to historical transformations in relation to changes in social structures and to the availability and development of the technical means used to transmit and use information. In order to analyse these modalities semiotically, the notions of spatial, temporal and actorial aspectualisation prove particularly useful. They allow to account for the internal articulations of the various modes of information production, distribution and consumption. From this perspective, actuality and everyday life appear as notions that have been changing in recent years, as the diffusion of portable and always-connected means of communication, such as mobile phones, modifies the proximity relations between actors by redefining the spaces and times of interaction.


Riassunto : Le nozioni di attualità e quotidiano sono legate ai modi in cui le informazioni circolano all’interno delle società. Esse quindi sono soggette a trasformazioni storiche in relazione ai mutamenti delle strutture sociali e in relazione alla disponibilità e all’evoluzione dei mezzi tecnici che servono alla trasmissione e alla fruizione dei contenuti informativi. Per analizzare semioticamente tali modalità, si rivelano particolarmente utili le nozioni di aspettualizzazione spaziale, temporale e attoriale che permettono di rendere conto delle articolazioni interne alle varie modalità di produzione, distribuzione e consumo delle informazioni. In quest’ottica, attualità e quotidiano appaiono come nozioni in fase di trasformazione negli ultimi anni in quanto la diffusione di mezzi di comunicazione portatili e sempre connessi come i telefoni cellulari sta modificando le relazioni di prossimità tra gli attanti ridefinendo spazi e tempi dell’interazione.


Mots clefs : actualité, aspectualisation, information, média, quotidien.


Auteurs cités : Eric Landowski, Juri Lotman e Boris Uspenskij, Giovanni Manetti.


Plan :

1. Soggetti e informazione

2. Attualità, quotidiano nel corso del tempo

3. Un’analisi aspettuale

1. Aspettualizzazione spaziale

2. Aspettualizzazione temporale

3. Aspettualizzazione attoriale

4. Attualità e quotidiano nell’era dei nuovi media

 

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Recebido em 17/06/2024. / Aceito em 10/10/2024.