In vivo — Miroirs du stade

I mondiali di calcio e la TV

Giorgio Grignaffini
Università IULM, Milano
Taodue (Mediaset Group), Roma

 

Publié en ligne le 30 juin 2023
https://doi.org/10.23925/2763-700X.2023n5.62467
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Stadi e schermi : un binomio inscindibile

I campionati mondiali di calcio, forse ancor più delle Olimpiadi, si sono imposti come il fenomeno sportivo più importante a livello globale. Fatta eccezione per gli Stati Uniti in cui il calcio è uno sport tutto sommato minore (anche se praticato piuttosto diffusamente), pressochè in ogni altro paese del mondo non è azzardato dire che i mondiali sono un evento pressochè unico in quanto a rilevanza sociale, economica, addirittura politica. La popolarità universale del gioco del calcio è certamente alla base di ciò, ma ormai da molti anni, la dimensione sportiva dell’evento è indissolubilmente legata alla trasmissione televisiva in diretta in tutto il mondo delle partite. Possiamo dire che senza la televisione i mondiali non potrebbero esistere e che solo grazie alla televisione acquistano una valenza universale. L’evento sportivo dei mondiali è quindi sottomesso totalmente alle esigenze della televisione che ne determina i tempi (le partite vengono programmate non agli orari più adatti alla competizione sportiva, ma a quelli più consoni ai fusi orari dei paesi in cui esse raccolgono più telespettatori, con l’effetto a volte paradossale di far disputare le gare al mattino, a metà giornata sotto un sole cocente, o in orari pressochè notturni) e gli spazi (l’allestimento degli stadi e la loro illuminazione rispondono in prima battuta alla loro “messa in scena” televisiva rispetto alla funzionalità dell’evento sportivo in quanto tale).

Questo provoca come diretta conseguenza il fatto che i confini tra l’evento che avviene in uno spazio-tempo determinato (con i suoi corollari sportivi, sociali, politici, economici) e la sua resa televisiva sono sfumati e pressochè indistinguibili. Quello che avviene negli stadi dove si giocano le partite è così l’oggetto di una rappresentazione studiata nei minimi particolari per essere la più efficace possibile nella sua versione televisiva. I mondiali di calcio come evento televisivo sono quindi la messa in scena di uno spettacolo che è fatto indissolubilmente da sport e spettatori, dalla performance agonistica e dalle reazioni che il pubblico presente ha di fronte ad essa.

Ora, tutti questi fenomeni sono intrinsicamente semiotici. Vediamo come.

Punti di vista

Come ogni testo audiovisivo, anche la ripresa dei mondiali soggiace a delle regole insite nella sua stessa natura come l’esistenza di un punto di vista, di uno sguardo orientato che seleziona cosa mostrare e da quale angolazione.

Gli ultimi anni hanno visto una trasformazione radicale delle modalità di ripresa delle partite di calcio (come di tutti gli altri sport). Dagli anni ’60 agli anni ’80 le riprese televisive restituivano una visione lontana, effettuata grazie a una o due telecamere posizionate in alto su una tribuna, in cui lo sguardo dello spettatore era esterno alla dinamica corporea dell’azione agonistica, ma allo stesso tempo era in grado di padroneggiare l’intera azione di gioco con uno sguardo totale del terreno. Col passare degli anni si è passati a una sempre più capillare distribuzione delle telecamere, sugli spalti, sul campo e anche in luoghi impossibili, addirittura muovendo la telecamera nello spazio per seguire le azioni.

Inoltre è diventata sempre più avanzata tecnologicamente la qualità della ripresa : ora le immagini di quello che accade possono arrivare a rendere visibili dettagli impensabili, che vengono poi enfatizzati ancora di più dal ralenti. Il gesto atletico e l’emozione dei giocatori (e anche quella degli spettatori) vengono così esplorati in un modo che va oltre ogni percezione visiva possibile.

Dal punto di vista passionale è interessante poter vedere come si evolve un’emozione : ad esempio quella di un calciatore che viene colpito da un avversario e passa dalla manifestazione fisiognomica del dolore, alla rabbia per essere stato colpito e ancora alla soddisfazione per aver ottenuto a seguito del fallo subito un calcio di rigore. Tutta questa sequenza emotiva viene letta sul volto del calciatore attraverso la riproposizione rallentata e magnificata dagli zoom potentissimi a disposizione delle televisioni : si assiste così alla scomposizione minuziosa di un’esplosione emotiva in una sequenza altrimenti impossibile da cogliere con questo grado di dettaglio.

I falli di gioco e il Video Assistant Referee (VAR)

Lo stesso accade per l’attribuzione di un fallo di gioco. Ogni azione è catturata da decine di telecamere, ognuna incaricata di offrire un punto di vista diverso di quanto accade sul campo, a diversa distanza, con diverse angolazioni. La novità degli ultimi anni è che la copertura capillare di quanto accade sul campo non è più solo un arricchimento spettacolare della ripresa ad uso dei telespettatori, ma è diventata parte integrante delle regole del gioco grazie all’introduzione del VAR (Video Assistant Referee), un assistente che collabora con l’arbitro in campo per chiarire situazioni in cui l’interpretazione su quanto avvenuto è dubbia, offrendo all’arbitro la possibilità di rivedere le azioni appena accadute e che presentano situazioni di potenziali falli di gioco.

Arbitro assiste durante la partita a un replay.

L’arbitro è quindi costantemente assistito da una regia che verifica e analizza ogni dettaglio del gioco per capire se un’azione è stata viziata da un fallo o se un gol è stato segnato da un giocatore in fuorigioco. Il gioco in questi casi viene quindi fermato, l’arbitro in collegamento audio con la regia ascolta la relazione degli esperti che stanno analizzando il filmato e poi spesso viene chiamato in prima persona a bordo campo per guardare personalmente l’azione incriminata dalle diverse angolazioni, con diversi gradi di rallentamento o velocizzazione delle immagini, in modo da poter poi confermare o invece ribaltare il giudizio che aveva dato sul campo.

Si tratta di un momento altamente ritualizzato, caratterizzato da una sospensione passionale che viene trasmessa dalle immagini televisive, mostrando sui volti dei calciatori e su quella degli spettatori la spasmodica attesa del verdetto che viene poi reso visibile dal gesto dell’arbitro che può sanzionare l’azione con un rigore oppure lasciar correre. In quel momento le due tifoserie sul campo e quelle presenti davanti al teleschermo di casa o ancora di più nelle piazze, attendono con ansia e poi esplodono in reazioni opposte a seconda che il verdetto sia a favore o contro la propria squadra.

Quello che si verifica in questo momento è il passaggio dall’alea insita nella scelta di affidare al giudizio insindacabile di un’unica istanza rappresentata dall’arbitro, al tentativo di ridurre il rischio di una decisione sbagliata affidandosi alla tecnologia.

Dettaglio dell’azione di gioco in Spagna Giappone (Mondiali Qatar 2022) rivisto dal VAR.

 

Questioni di tempo : la diretta

Un’altra delle caratteristiche fondamentali dell’evento televisivo “Mondiali di calcio” è legato alla peculiarità relativa alla trasmissione in diretta1. La consapevolezza che hanno gli spettatori dei mondiali di vedere qualcosa che si sta svolgendo nello stesso momento della sua fruizione porta con sé rilevanti effetti passionali. L’evento televisivo in diretta viene seguito contemporaneamente da intere popolazioni e spesso per enfatizzare il senso comunitario dell’esperienza, i match vengono proiettati su grandi schermi in piazze o altri luoghi pubblici. Il contagio emotivo che si osserva sugli spalti degli stadi, dovuto alla compresenza fisica di migliaia di supporters, viene replicata in moltissimi luoghi, ricreando un terreno fertile a un’amplificazione passionale dell’evento.

Senza questa sincronizzazione globale tra il tempo dell’evento reale e quello della fruizione attraverso gli schermi televisivi i mondiali di calcio non avrebbero assunto negli anni la centralità come fenomeno sociale e mediale allo stesso tempo. E naturalmente la pervasività globale dell’evento grazie alla trasmissione televisiva rende i mondiali un perfetto veicolo pubblicitario per le marche di prodotti distribuite in tutto il mondo.

La diretta fondata sulla contemporaneità dell’evento e della sua visibilità globale sembra essere reta da un regime aspettuale durativo, ma in realtà durante la trasmissione la temporalità viene riscritta dal ricorso costante ad interruzioni della continuità. Il massiccio ricorso ai replay, alle ripetizioni delle azioni che vengono riproposte da numerosi punti di vista, con diverse velocità rispetto a quella originale, costituiscono vera e propria riscrittura temporale di quanto accade sul campo. Il ritmo della visione oscilla così tra la progressione durativa di quanto accade sul campo, con le sue pause, accelerazioni, la suddivisione in due tempi ed eventualmente la prosecuzione ai tempi supplementari e calci di rigore, e la continua ripetizione di ogni fatto saliente : questa oscillazione crea un ritmo passionale peculiare, tra tensioni e distensioni, per poi tendere a un’intensificazione enorme verso la fine della partita, quando ogni azione può essere decisiva per il risultato finale.

In questo senso sono emblematiche le partite che terminano ai calci di rigore come è accaduto per la finale del mondiale del 2022 tra Francia e Argentina : l’alternanza di gioia, speranza, disillusione, disperazione è resa in modo plastico dai volti dei giocatori in campo che le telecamere scrutano con insistenza tra un rigore e l’altro, portando letteralmente nelle case o nelle piazze dove sono assembrati i tifosi un pathos fisiognomicamente marcato.

Rapporto tra commento e azione vista

Ma l’immagine nella trasmissione delle partite di calcio dei mondiali, non è l’unico elemento in gioco : la dimensione sonora è altrettanto importante. Possiamo dividere il sonoro in due categorie : i) quello proveniente dai microfoni collocati all’interno del campo di gioco, costituito in massima parte dal frastuono proveniente dagli spalti ad opera delle migliaia di spettatori presenti, ma anche dal suono del fischietto arbitrale o delle urla dei giocatori o degli allenatori ; ii) il commento dei telecronisti, alcuni presenti in tribuna, altri posizionati a bordo campo, altri ancora collegati dagli studi televisivi centrali, impegnati a descrivere, spiegare, interpretare quanto avviene sul campo. Il commento dei telecronisti, e in particolare quello messo in opera dai telecronisti di una delle nazioni che sono impegnate sul campo, può assumere svariati stili.

Esiste una modalità che tende ad essere puramente descrittiva di quanto si vede sul campo : è uno stile ormai caduto in disuso, e consiste sostanzialmente nel nominare i giocatori che di volta in volta si impossessano della palla, descrivendo l’azione in modo tendenzialmente neutrale.

Un altro stile che si è imposto negli ultimi vent’anni è invece quello che vede sostituire alla semplice descrizione di quanto sta accadendo una spiegazione tecnica : in questo caso il telecronista, di solito affiancato da un “esperto”, fa ampio ricorso a statistiche sulle performance precedenti dei giocatori e delle squadre, a dissertazioni anche complesse sull’uso di tattiche di gioco, a strumenti di computer grafica che vengono usati per evidenziare sullo schermo i movimenti dei giocatori sul campo, gli schieramenti delle squadre, ecc.

Uso della videografica per spiegare le tattiche di gioco.

Proprio per la sua finalità di razionalizzazione, di schematizzazione e spiegazione “chirurgica” di quanto avviene sul campo, è uno stile di telecronaca che viene abitualmente messo da parte durante le partite più importanti dei campionati mondiali, dove prevale invece un altro stile, più indirizzato a suscitare effetti patemici intensi.

Si tratta di quello stile che potremmo definire “enfatico” : a quanto avviene sul campo viene affiancato o anche sovrapposto una sorta di racconto epico, incentrato sulle performance sovrumane dei campioni, sulla tensione insopportabile del tifoso che palpita per il risultato, sull’esaltazione della squadra della propria nazione.

La telecronaca enfatica è il luogo migliore dove osservare il “nazionalismo calcistico”, un elemento che è già presente in altri momenti della partita dei mondiali ma che attraverso le parole dei telecronisti viene magnificato oltre misura. Tra gli elementi di richiamo nazionalistico, ricordiamo i seguenti : i) ogni partita si apre infatti con lo schieramento delle squadre al centro del campo e con l’esecuzione degli inni nazionali cantati quasi sempre con convinta partecipazione dai giocatori e dal pubblico sugli spalti, in una sorta di trance nazionalistica, difficilmente visibile in altri ambiti della vita sociale ; ii) ampia esibizione delle bandiere delle squadre sia su divise o stemmi indossati dai calciatori, sia soprattutto sugli spalti da parte degli spettatori ; iii) assimilazione simbolica della maglia dei giocatori allo status di nazione : gli “azzurri” italiani, i “bleus” francesi, le “furie rosse” spagnole, i “ouroverde” brasiliani.

La trasmissione televisiva rinforza tutti questi elementi di richiamo nazionalistico indugiando ampiamente sui simboli delle nazionali. A questo proposito, si può notare come l’esibizione insistita degli elementi (inni, bandiere, maglie) che richiamano le nazioni, agiscono a livello ideologico rinforzando il concetto di “patria” proprio all’interno di una manifestazione che si propone di superare i confini e di unire i popoli per qualche settimana ogni quattro anni (con evidente richiamo alle Olimpiadi). In modo quasi paradossale, il culmine della globalizzazione rappresentato dalla trasmissione televisiva contemporanea dei Mondiali, si così fonda su un’accentuazione della retorica nazionalista che proprio le riprese televisive enfatizzano.

1 Cf. Y. Fechine, Televisão e presença : uma abordagem semiótica da transmissão direta, São Paulo, Estação das Letras e Cores, 2008.



1 Cf. Y. Fechine, Televisão e presença : uma abordagem semiótica da transmissão direta, São Paulo, Estação das Letras e Cores, 2008.

 

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Mots clefs : aspectualisation, chauvinisme vs globalisation, événement télévisuel, point de vue, spectacle, sport.


Plan :

Stadi e schermi : un binomio inscindibile

Punti di vista

I falli di gioco e il Video Assistant Referee (VAR)

Questioni di tempo : la diretta

Rapporto tra commento e azione vista

 

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Recebido em 20/02/2023. / Aceito em 21/03/2023.